Aprire un negozio di ortofrutta: 5 step da seguire

Aprire un negozio di ortofrutta: 5 step da seguire

Un’attività di frutta e verdura può essere un’opzione molto redditizia, stagionalmente o tutto l’anno. Fornire ai clienti un’alternativa, e spesso un prodotto più fresco di quelli che troverebbero nei supermercati, permette di costruire una clientela fedele per la tua attività.

Una volta compreso l’iter da seguire per avviare un’impresa e aver trovato un valido fornitore, puoi tranquillamente avviare un’attività di grande successo. Di seguito ti spieghiamo i 5 passi principali per aprire un negozio ortofrutticolo.

1.  Valutare il mercato per l’attività di riferimento

Prima di avviare qualsiasi tipo di attività, è importante condurre prima sempre una ricerca di mercato, che ti permetterà di sapere se la zona da te individuata offre opportunità commerciali oppure se il mercato è già saturo.

Valutando il mercato di riferimento potrai comprendere il quadro di domanda e offerta e capire cosa si aspettano i tuoi potenziali clienti e calcolare medie di spesa, frequenza di acquisto e prodotti di punta.

Inoltre, avrai una panoramica dell’andamento stagionale degli acquisti e sulle vendite.

Questa visione così dettagliata potrà esserti fornita da un software di gestione ortofrutticola come quello sviluppato da GeOr.

Infine, durante questa analisi, dovrai condurre anche uno studio competitivo sul numero e sulla qualità degli altri punti vendita.

2.  Aprire la partita iva

Allo stesso modo di qualsiasi altra attività commerciale, anche l’apertura di un negozio di ortofrutta prevede la richiesta di determinati documenti, l’osservanza della normativa vigente, soprattutto in materia sanitaria, e il rispetto di determinati requisiti.

Innanzitutto, per essere in regola dal punto di vista fiscale, dovrai aprire la Partita Iva e registrare la tua attività al Registro delle Imprese, magari facendoti affiancare da un commercialista. Dopodiché, dovrai segnalare al Comune la dichiarazione di inizio attività e ottenere le certificazioni necessarie per un negozio in cui si maneggiano generi alimentari.

Inoltre, è importante ottenere l’agibilità del locale, che verrà ispezionato dalla ASL affinché rispetti i requisiti necessari e le norme igieniche richieste da un’attività di questo tipo.

3.  Ottenere la certificazione HACCP

Un altro documento imprescindibile per l’apertura di un negozio di ortofrutta è la certificazione HACCP, un protocollo riconosciuto a livello internazionale per identificare e gestire i rischi legati alla sicurezza alimentare. Per ottenerlo è necessario seguire e superare il corso HACCP.

Un’attività in possesso di HACCP è una prova dell’impegno e della serietà del negozio di ortofrutta nel prevenire i pericoli igienico-sanitari.

4.  Trovare un locale dove vendere la frutta

La scelta dell’area dove aprire il negozio di ortofrutta gioca un ruolo cruciale in un’azienda. Se ci pensi, è molto più facile attirare clienti in un luogo trafficato come il centro cittadino o in un piazza o via centrale con grande passaggio pedonale. Scegliere una zona limitrofa non facilita gli affari.

Tuttavia, la centralità della zona non basta per fare la scelta giusta. Stabilisciti quanto più lontano possibile da altri concorrenti, assicurandoti però che il punto vendita sia facilmente accessibile ai consumatori, meglio ancora se dotato di parcheggio.

Infine, il locale scelto deve avere la capienza necessaria da consentire lo stoccaggio di viveri e scorte. Avrai quindi bisogno di un posto che possa ospitare le bancarelle espositive, un magazzino per poter gestire le scorte e un locale adibito a servizio igienico.

5.  Scegliere il giusto fornitore

Per poter assicurare un prodotto fresco e di qualità, necessario per fidelizzare i clienti, è fondamentale scegliere il giusto fornitore. In questo caso hai diverse alternative.

Puoi rifornirti presso i produttori all’ingrosso di frutta e verdura, soprattutto se punti al risparmio e alla varietà. In alternativa, se vuoi specializzarti nei prodotti biologici e genuini, scegli produttori locali, per una filiera a km zero.

Un’ultima alternativa, anche se difficilmente attuabile, è quella di allestire un proprio orto per rivendere i prodotti della propria terra, ma questa attività richiede tempo e risorse.

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